Nacque a Carovigno nell'anno 1824. Liberale a tutta prova, soffrì più volte, nel 1849, nel 1851 e nel 1854, per opera dei Borboni, l'esilio e le carceri; ma nel 1860 suonò anche per lui l'ora del riscatto, e lo vediamo quindi eletto deputato al Parlamento, ove fu uno dei più eloquenti oratori, e propugnò l'emancipazione della donna.
Scrisse "Sulla successione testamentaria "; "Un quadro storico sulla città di Brindisi"; "Sul sistema della riflessione"; "La donna e la scienza"; "Sul Romitorio di Belvedere"; "Pio IX dal 1792 al 1848"; "I tre disegni di legge sull'emancipazione della donna"; "Riforma della pubblica istruzione e circoscrizione legale del culto cattolico nella chiesa"; " Riforme legislative proposte al Parlamento Italiano dal deputato Salvatore Morelli il 26 maggio 1875 per assicurare con nuove guarentigie giuridiche la sorte dei fanciulli e delle donne"; "Proposta di legge sul divorzio del deputato S. Morelli svolta nella tornata dell'8 marzo 1880...".
Mori' a Pozzuoli per ostinata bronchite, all'età di soli cinquantasei anni, il 2 Ottobre 1880. Fa menzione di lui Nicola Bernardini nelle sue "Note bio-bibliografiche sugli scrittori salentini". La sera del 5 gennaio 1903 la signorina Irma M. Scodnik, nelle sale del Circolo Calabrese di Napoli, volle parlare del Morelli, e tenne quindi una conferenza applauditissima, dal titolo "Un precursore". Disse della vita travagliata ch'egli menò sotto la tirannide borbonica, del suo esilio forzato a Maglie, e finalmente della sua elezione a deputato. Parlò dell'apostolato costante di lui in favore della donna per reintegrarla nel diritto suo sociale e civile, e concluse augurandosi di assistere ben presto all'inaugurazione di un monumento da erigersi in Napoli con l'obolo di tanti cuori gentili.
A proposito di questa conferenza il giornale " il Mattino" (anno XII, n. 27, Napoli, 27 gennaio 1903) scrisse: "La conferenza che tenne l'altra sera Irma Melany Scodnik rievocò una figura di patriota e di pensatore dai più dimenticata, da moltissimi mai conosciuta: Salvatore Morelli, il nobile e generoso iniziatore di un largo ma arrischiato movimento per l'emancipazione per la donna e la piena eguaglianza dei diritti fra i due sessi, fatto in tempi ancora troppo rapidamente attaccati alla tradizione, riapparve, dipinto con tocchi larghi e coloriti, nelle parole della signorina Scodnik, che ne ricordò la giovinezza ardente e sognatrice, la virilità operosa e combattuta della tirannide del governo borbonico, il tramonto, silenzioso ed oscuro, nello scetticismo delle masse, nell'irrisione di quelli che avevano saputo comprenderlo".